16 settembre 2012

Un incontro particolare nella Chiesetta di San Bernardo in Montevecchia



Montevecchia, 16 settembre 2012, un pomeriggio di sole di settembre, l'aria tersa con il cielo azzurro profondo. Sembra di respirare una vena di malinconia per l'estate che se ne va.

Abbiamo assaporato delizie culinarie del posto su una terrazza con la vista sulla pianura. In fondo, all'orizzonte offuscato, piccole macchie scure: gli alti palazzi della zona stazione di Milano. Con un binocolo forse si sarebbe potuto scorgere anche il Duomo.



Il sapore di un formaggino mi riporta ai profumi di casa di mia nonna di un'epoca fa. La stalla, la mucca, le galline, i campi e gli alberi da frutto.... quando ogni cosa aveva un odore, un colore, la potevi toccare e sentire. E ogni cosa aveva la sua storia.

Decidiamo di fare una passeggiata, l'aria è dolce e sembra che il tempo abbia rallentato la sua corsa. Arriviamo ad una chiesetta, la porta è spalancata. Ci avviciniamo alla soglia per curiosare, quasi non osando entrare.

La luce calda del pomeriggio illumina l'interno di affreschi salvati dal tempo e un altare. Tutto pare semplice ed elegante, come uno scrigno prezioso che si stia aprendo ai nostri occhi. Mentre ce ne stiamo con la bocca aperta sulla soglia un uomo ci invita a entrare. Sorridendo garantisce che dall'interno la chiesa è ancora più bella. E' magro, piuttosto alto, non più giovane, ma gli occhi azzurri con sguardo acceso e il suo sorriso fanno pensare a un'anima giovane e curiosa.

Domando se gli affreschi siano stati restaurati. Allora, con gentilezza, comincia a raccontarci di come gli affreschi siano stati riportati alla luce dopo anni di restauro. Perché erano stati cancellati da più strati di pittura bianca nel corso degli anni. Ci racconta del lavoro delle restauratrici, ragazze della Scuola di Brera, che per guadagnare un millimetro di colore erano disposte a impiegare ore di lavoro. Ci svela alcune tecniche che sono state adottate nel restauro con lo scopo di preservare le opere senza alterarle. Mentre racconta mi immagino le restauratrici che testarde e appassionate per anni hanno combattuto questa loro battaglia contro il tempo, per far riaffiorare bellezza.

E' la chiesetta di San Bernardo in Montevecchia, del millecinquecento, l'uomo che ci parla con tanta passione è Giuseppe Sgobbi. E' un fiume in piena di notizie e aneddoti. Ci racconta di come un gruppo di persone abbia preso a cuore il restauro della chiesetta e abbia fatto raccolta fondi cominciando con la vendita di piantine di rosmarino, salvia e torte. Un impegno non indifferente.

Scopriamo le reliquie che custodisce la chiesetta; ci parla dello stemma che nasconde, meglio suggerisce il nome dell'edificatore, Giovanni Antonio Scaccabarozzi. L'aquila con l'aureola, i barroccini... Non rivelo il rebus. Dovete sentirlo direttamente da Giuseppe Sgobbi che vi accompagnerà per mano lungo la storia della chiesa, di Montevecchia e della Lombardia.

Giuseppe Sgobbi ha passano molti anni a cercare negli archivi le origini della chiesetta di San Bernardo, come fosse un'avventura. C'è voluta pazienza, determinazione e tanta passione.

Chiedo quale sia stata la motivazione della sua ricerca non facile, perché tanta determinazione e passione deve pur avere una radice profonda. Mi sorride e non risponde, sempre con il suo sguardo azzurro luminoso, e tanta gentilezza. E capisco che quello che mi potrebbe dire è tanto, troppo da poter raccontare così su due piedi.

Acquisto il libro che ha scritto “Chiesetta di San Bernardo in Montevecchia” e dove ha raccolto tutte le informazioni che ha recuperato. Lo faccio, rubandogli un autografo, per ricordare questo uomo, questo incontro particolare, che ci ha senz'altro arricchito senza chiedere in cambio nulla. Lo salutiamo con la speranza di incontrarlo di nuovo sulla nostra strada.

Leggo la sua prefazione del libro “... spinto anche dalla inaspettata perdita di un caro ragazzo che tanto si era prodigato per far rinascere la chiesetta, mi applicai subito per scoprire i quando..., i dove..., i perché...” .

Ci sono delle strade che si percorrono e obiettivi che si vogliono raggiungere che nascondono motivazioni ancora più profonde di quelle che appaiono.

Se passate da Montevecchia non perdetevi la chiesetta di San Bernardo, lungo la strada che porta a Sirtori, ma soprattutto cercate di Giuseppe Sgobbi. E fatevi raccontare...

La sua ricerca non è finita, ne sono convinta. Persone come lui non si fermano. Sono sicura che inizierà una nuova indagine, accederà a nuove fonti e archivi. Avremo il piacere di ascoltarlo raccontare con passione delle sue nuove scoperte che fanno luce sui posti dove viviamo e di cui non ci rendiamo conto di quanta storia, vissuto, portino con sé.

Monica Mazzoleni
Info: http://www.merateonline.it/articolo.php?idd=25765

1 commento:

Anonimo ha detto...
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